Diagnosi precoce e farmaci monoclonali così si affronta la sclerosi multipla

Il centro dell'ospedale di Gallarate è uno dei tre di riferimento a livello lombardo. Il dottor Zaffaroni spiega come è cambiata la cura e la qualità della vita di chi ne è affetto

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Diagnosi precoce e farmaci di ultima generazione permettono una buona qualità della vita. La ricerca nel campo delle cause della sclerosi multipla non ha fatto grandi passi negli ultimi trent’anni ma le scoperte fondamentali degli anni ’80 hanno aperto la via all’individuazione di terapie efficaci che possono cambiare l’evoluzione della malattia.

Lo sanno bene al Centro per la Sclerosi Multipla che dal 1963 offre diagnosi e cure all’ospedale di Gallarate: « Siamo uno dei tre centri di riferimento lombardi – dice il dottor Mauro Zaffaroni – Assistiamo circa 1500 persone e oltre mille sono in trattamento con farmaci innovativi».

L’evoluzione della cura passa oggi da terapie infusionali, anticorpi monoclonali di cui ne stanno arrivando a breve altri molto promettenti: « Facciamo attività di assistenza e ricerca  grazie alla nostra casistica. Entrare nei trial clinici è faticoso ma fa parte della nostra quotidianità per permetterci di perfezionare continuamente i trattamenti e, quindi, il benessere di chi si affida a noi. È uno dei nostri vanti poter partecipare allo studio di farmaci innovativi».

Da quando la risonanza magnetica è diventata di utilizzo comune, la diagnosi precoce è la migliore arma per intervenire prontamente e rallentare così l’evoluzione della sclerosi: « I farmaci hanno questa capacità di porre un freno alla progressione della patologia. Ci sono trattamenti che possono essere fatti anche a distanza di mesi, periodi durante i quali le persone conducono una vita assolutamente normale, possono lavorare, avere una famiglia, fare sport. Questo tipo di malattia autoimmune colpisce molto di più le donne in età fertile. Le pause tra un ciclo e l’altro di cura, però, sono assolutamente adeguate per programmare una gravidanza».

La sclerosi multipla colpisce il sistema nervoso centrale provocando una varietà di sintomi diversi, da quelli motori a quelli sensitivi o sensoriali. Il suo esordio avviene tra i 25 e i 30 anni ma, grazie alla tecnologia oggi si hanno diagnosi molto precoci, anche in età pediatrica dove è stato attivo il predecessore dottor Ghezzi: « Uno dei nostri medici, il dottor Damiano Baroncini, ha appena pubblicato, un articolo scientifico, di cui è primo autore, molto importante proprio sulla sclerosi in età pediatrica. Lo studio dimostra che il miglioramento della prognosi della SM pediatrica dipende dall’avvento di nuovi farmaci e dall’evoluzione dei protocolli diagnostici e terapeutici verificatosi negli ultimi anni.  Dal Registro Italiano Sclerosi Multipla (SM), abbiamo estratto  ed analizzato i dati di oltre 3000 soggetti con SM ad esordio pediatrico. Abbiamo poi valutato le differenze nel tempo per raggiungere un livello di disabilità moderato  o severo  in base all’anno di diagnosi della malattia. Nei soggetti  con diagnosi più recente  abbiamo riscontrato un rischio di raggiungere una disabilità moderata o severa ridotto del 50-70% rispetto ai soggetti con diagnosi effettuata  in epoca più remota, quando non esistevano trattamenti specifici per la SM.  La riduzione del rischio è andata di pari passo a un sempre maggiore utilizzo di farmaci immunomodulanti, soprattutto di quelli ad elevata potenza anti-infiammatoria».

Lo sport, il fitness sono alleati per contenere l’evoluzione della malattia. E c’è anche un “allenamento mentale” che il centro ha sviluppato per mantenere attivo il cervello. Il progetto è stato premiato da un’azienda farmaceutica che investirà 25.000 euro per promuovere le capacità cognitive attraverso dei tablet forniti alle persone con iniziali o sfumati deficit cognitivi: « Gli psicologi dottori Lorena Pippolo e Marco Roscio che collaborano con l’equipe – spiega il dottor Zaffaroni – hanno messo a punto degli interventi di riabilitazione cognitiva basati anche sul cosiddetto “dual task”, ovvero l’esecuzione simultanea di un compito motorio e di uno cognitivo.Tali situazioni si presentano molto frequentemente nella vita quotidiana e possono essere spesso causa di incidenti e cadute per i malati. Grazie alla tecnologia, è possibile monitorare da remoto che gli esercizi vengano eseguiti e i risultati che si raggiungono».

All’ospedale di Gallarate il reparto di sclerosi multipla ha 4 posti letto dedicati dove vengono ricoverati i pazienti in fase diagnostica oppure per situazione complesse che vanno trattate con approcci multidisciplinari o quando si raggiungono determinate infermità. 

La squadra del Centro Sclerosi Multipla dell’ospedale di Gallarate è composto anche da infermieri altamente specializzati, che hanno costruito un approccio all’assistenza a tal punto specifico che vengono chiamati a tenere corsi anche in altre realtà assistenziali. Completa l’equipe un tra il manager che coordina e gestisce gli studi clinici tenendo i rapporti con i diversi interlocutori.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Giugno 2021
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