Il consiglio comunale di Varese tra pietre d’inciampo e lettere proibite
Dodici punti all’ordine del giorno, di cui 5 di mozioni: è stato ancora una volta denso di argomenti il consiglio comunale di Varese del 28 settembre
Dodici punti all’ordine del giorno, di cui 5 di mozioni: è stato ancora una volta denso di argomenti il consiglio comunale di Varese del 28 settembre.
Tolti i primi 7 punti, riguardanti nella quasi totalità variazioni di bilancio e ritocchi finanziari, il consiglio si è movimentato nella parte che riguardava le mozioni, un paio delle quali hanno creato molta agitazione tra minoranza e maggioranza.
LE DICHIARAZIONI D’APERTURA, TRA IL CORDOGLIO PER BRUNO ARENA E LA CONTENTEZZA DEL CONSIGLIERE GIORDANO
Prima dei punti all’ordine del giorno, come di consueto è stato il momento delle dichiarazioni di apertura. E la prima, arrivata da Stefano Angei, è stata accolta da tutto il consiglio: un minuto di silenzio per Bruno Arena, varesino che ha fatto sorridere tutta Italia, che si è spento nella serata del 27 settembre.
Il secondo intervento è arrivato dal sindaco Davide Galimberti, che ha proposto un faccia a faccia con i parlamentari eletti in provincia per portare le istanze del territorio a Roma: un incontro tra deputati consiglio che auspicabilmente dovrebbe avvenire prima dell’inizio dei lavori a Roma.
E a proposito di inizio dei lavori, e di nuovo Governo, il consigliere di Fratelli d’Italia Salvatore Giordano ha approfittato per esprimere la sua felicità per la vittoria del centro destra, e in particolare del suo partito: “Aspettavo questo momento da vent’anni” ha esclamato.
Infine, Guido Bonoldi ha approfittato delle dichiarazioni di apertura per presentare una giovane coppia di nuovi Varesini: Pablo e Diana, rispettivamente medico ed odontoiatra paraguaiani arrivati da poco in Italia: li ora, grazie al Riconoscimento semplificato, è medico al Molina, mentre Diana sta completando il suo stesso iter. La loro presenza è stata occasione, per il consigliere di Lavoriamo per Varese, di chiedere al Consiglio di sollecitare il nuovo parlamento a rendere permanente il provvedimento che ha portato in Italia questa coppia di sanitari, nato nella situazione emergenziale del Covid.
LITIGI E UNANIMITA’ NEI PUNTI ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIO
Tolti i primi 7 punti, riguardanti nella quasi totalità variazioni di bilancio e ritocchi finanziari e quindi “andati spediti” nella loro approvazione, il consiglio si è movimentato nella parte che riguardava le mozioni, un paio delle quali hanno creato molta agitazione tra minoranza e maggioranza.
A creare maggior dibattito stata la mozione sulle pietre d’inciampo, argomento di quelli che scottano: presentata il 28 aprile scorso da Barbara Bison, oggetto di una delibera di giunta l’8 luglio seguente e “messo in lista” per la seduta del 28 luglio, quella dell’abbandono dell’aula da parte della minoranza , ha finito per essere discussa ben 5 mesi dopo. Con accuse, anche pesanti reciproche tra rappresentanti di minoranza e maggioranza e un risultato sorprendente: il voto all’unanimità. Un’unanimità amara, litigiosa, che non ha accontentato nessuno, malgrado fosse da festeggiare.
Stessa discussione animata, a colpi di accuse, ma esito diverso per la mozione di censura al presidente del consiglio comunale, Alberto Coen Porisini, chiesta da Luca Boldetti all’epoca della querelle sulla lettera dell’ordine degli architetti contro il regolamento per la commissione paesaggio. Per rispondere alle domande della minoranza, Porisini è sceso dal suo scranno di Presidente del Consiglio comunale per sedersi al tavolo: al suo posto posto il consigliere anziano Matteo Capriolo, del PD. L’accusa della minoranza nei confronti di Coen Porisini era quella di non essersi comportato da “super partes” come il suo ruolo richiede durante quella questione. Secondo Porisini invece proprio il suo comportamento è stato super partes, evitando un pericoloso precedente. A “mettere il carico” sulla discussione, anche il parere negativo di Davide Galimberti, che ha considerato la richiesta del consigliere di minoranza «Una Censura che forse nasce dalla non conoscenza, irrispettosa delle istituzione e che questa amministrazione non merita» auspicando che «Votino tutti contro la bizzarra mozione». Qui la votazione è stata molto più in linea con il “muro contro muro” creatosi: la maggioranza ha respinto la mozione 17 a 8.
Conclusa senza votazione invece la richiesta di Salvatore Giordano sul Castello di Belforte, che si è rivolto all’assessore Andrea Civati per capire cosa sarà della struttura, a cosa servono i soldi che verranno spesi per il castello, e cosa succederà alle proprietà private. Secondo l’assessore, argomenti su cui legittimamente giordano si può interrogare, ma non tanto con una mozione quanto piuttosto un interrogazione in consiglio eo meglio ancora in commissione: cosi il consigliere è stato rimandato ai prossimi giorni.
Non discussa invece la mozione di Giuseppe Pullara sulla istituzione di un garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a Varese: il motivo era l’assenza – giustificata – del consigliere che l’ha proposta.
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