I sindaci pro fusione: “Avanti con la bozza di statuto”
Ieri sera riunione fra amministratori per decidere il da farsi dopo l’esito referendario per i centri della Valcuvia, dove in tre dei cinque comuni ha prevalso il “no” al progetto di accorpamento
I risultati referendari in Valcuvia per la fusione di comuni sono ora nero su bianco. Ieri sera, 2 dicembre, i cinque sindaci degli altrettanti comuni dove si è andati al voto in quello che sembra forse il più discusso fra i due progetti di fusione, visto l’esito di domenica, si sono trovati per una prima riunione post voto.
Non erano soli, con loro anche diversi assessori e consiglieri comunali dei gruppi di maggioranza e che si sono quindi schierati per il “Si” alla fusione. Si è votato poco; ma soprattutto, in tre dei cinque comuni Cassano Valcuvia, Ferrera di Varese e Mesenzana ha prevalso nettamente il fronte del No. Cosa succederà ora?
«Ci aspettiamo che la Regione proceda e prenda le sue decisioni: non è escluso un ulteriore passaggio nei consigli comunali dei paesi interessati da questo progetto – spiega Silvano Ronzani, sindaco di Grantola (foto) – . Noi, nel frattempo andiamo avanti con la bozza di statuto».
Quindi il colpo di scena potrebbe arrivare proprio dal Pirellone, col Consiglio Regionale che a sua volta passa la palla ai singoli consigli comunali per farli votare dopo il referendum consultivo? «Esatto – spiega Ronzani – . Proprio come avvenne nel 2011 nel corso della fusione dei comuni che diede vita a Gravedona ed Uniti, nel Comasco. In quel frangente, come si ricorderà, due dei tre comuni tra l’altro quelli più grandi, votarono contro il progetto di fusione e successivamente il Consiglio Regionale fece decidere i singoli comuni attraverso un voto in consiglio, che è e rimane l’assemblea politica maggiormente rappresentativa del paese. Il consiglio comunale di Grantola, per esempio, rappresenta anche quel 64% di cittadini che non si sono pronunciati. E’ bene ricordare anche questo aspetto».
La riunione di ieri sera ha decretato la scelta di compiere comunque un passo avanti verso il prossimo atto che arriverà nei consigli comunali dei cinque paesi, vale a dire la bozza di statuto (una sorta di “legge fondamentale” di ciascun comune) che contiene gli indirizzi politici alla base del nuovo ente: le sedi (quella legale e quella operativa) la struttura amministrativa – composta dai prosindaci e dai consultori – le sedi distaccate.
«Questo sarà il primo atto di nascita del nuovo comune che daremo nelle mani del commissario prefettizio».
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