Poliambulatorio della Quiete: “A breve decideremo cosa fare”

Dopo 14 mesi, è ancora ferma la quota di esami e visite che Regione Lombardia aveva assegnato alla casa di cura. L'assessore Gallera promette di sbloccare la situazione

La Quiete chiude: i lavoratori lasciano la casa di cura

«Nei prossimi mesi decideremo cosa fare dell’attività diagnostica che svolgeva il poliambulatorio della Quiete, chiuso dal maggio dello scorso anno». L’assessore al Welfare regionale Giulio Gallera assicura che entro breve si sbloccherà una situazione di impasse che, di fatto, sta sottraendo ai varesini una quota delle attività sanitarie tra visite ed esami pagata dal sistema sanitario regionale.

Il budget era stato riassegnato nell’inverno 2017 quando ancora si sperava in un’evoluzione positiva della crisi in cui versava la società che gestiva la casa di cura varesina. Poi la situazione era precipitata sino alla chiusura.
Da quel momento, Ats Insubria ha temporeggiato sperando in una ripresa delle attività con la salvaguardia dei posti di lavoro.


Dopo una prima richiesta di riapertura, in una sede diversa, non andata a buon fine, ora si sta vagliando una seconda domanda arrivata sempre dalla società che gestiva il poliambulatorio della Quiete. La pazienza dell’autorità sanitaria di controllo, ATS Insubria, è ormai al limite: « Devono ancora completare la documentazione richiesta – spiega il direttore sociale di ATS Lucas Maria Gutierrez – se non avvieremo l’iter autorizzativo entro breve, provvederemo a ridistribuire la loro parte di contratti ». 

Sul tavolo ci sono visite specialistiche ed esami diagnostici in convenzione, dove cioè è richiesto solo il pagamento del ticket regionale. C’è chi dice che si tratta di un contratto per 300.000 euro anche se non ci sono conferme della quota assegnata.

I tempi sono incerti, ma l’assessore Gallera assicura che la situazione sarà definita entro la fine dell’anno.

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Pubblicato il 26 Luglio 2018
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