Volti e liste ai blocchi di partenza per le elezioni a Varese

Sulla data delle prossime elezioni amministrative incombono due incognite in grado di condizionare molto l’orizzonte temporale. Ecco una panoramica dei protagonisti della campagna elettorale

maroni galimberti

Sulla data delle prossime elezioni amministrative incombono due incognite in grado di condizionare molto l’orizzonte temporale entro il quale si dovranno muovere le campagne elettorali.

Se da un lato dell’emergenza pandemica sembra spingere verso il rinvio delle consultazioni al prossimo autunno dall’altro l’evoluzione della crisi di Governo non può ancora escludere un imminente ritorno alle urne.

Per chi si candida ad amministrare la città di Varese non è ancora chiaro, dunque, se la corsa elettorale sarà uno sprint sui cento metri o qualcosa di più simile ad una maratona, incognita che per la politica non è affatto un elemento secondario.

Per questo è importante mettere a fuoco fin da subito quali sono le liste che si sono già presentate ai blocchi di partenza. Si tratta di una panoramica che, ovviamente, non tiene conto di indiscrezioni ancora troppo effimere e sorprese dell’ultimo momento che potrebbero uscire dal cilindro della politica varesina.

I blocchi di partenza

I due sfidanti principali

Allo stato dei fatti i due candidati in campo sono il sindaco uscente Davide Galimberti e l’ex presidente lombardo Roberto Maroni. Se per il primo la ricandidatura era scontata da tempo quella dell’ex ministro è stata ufficializzata dopo un periodo di tira e molla interno al partito. Maroni ha avuto dei seri problemi di salute ma non più tardi di lunedì sera la coalizione di centrodestra ha confermato la sua candidatura.

La coalizione di Centrosinistra

Il sindaco uscente Davide Galimberti ha presentato ufficialmente il suo cantiere politico a settembre dello scorso anno. Al suo fianco c’erano il Partito Democratico, la Lista Galimberti (poi ufficializzata con il nome “Varese Praticittà”), la Lista Progetto Concittadino, Italia Viva, PiùEuropa-Radicali Italiani, i Verdi e Socialisti. Da allora si è aggiunto il nuovo gruppo “Collettiva”.

Il percorso con il Movimento 5 Stelle

Da diversi mesi, come aveva anticipato il deputato M5s Nicolò Invidia, è stato avviato un percorso tra il Movimento 5 Stelle e la coalizione di Galimberti. «Noi da oltre due mesi abbiamo deciso di correre con una nostra lista affiancando Galimberti – conferma il consigliere regionale Roberto Cenci -. Abbiamo fatto alcune riunione con il sindaco per il programma e ci troviamo in linea in molte cose, parecchie riguardano l’ambiente». Su un effettiva alleanza si attende però una definitiva ufficializzazione.

Italia Viva, il sostegno “in corsa” alla prima amministrazione Galimberti si rinnova

Tra le forze di maggioranza, nel tempo si è aggiunta anche Italia Viva, formazione nata dopo il 2016. E “pezzo forte” di questo nuovo progetto è il presidente del consiglio comunale Stefano Malerba, il cui appoggio alla maggioranza è diventato evidente proprio con l’arrivo della nuova formazione. In cambio hanno ricevuto un nuovo assessore, Fabrizio Lovato: e ora il sostegno alla giunta Galimberti  rinnovato con fermezza per le prossime elezioni.

Varese 2.0 “sta alla finestra”: perchè

Varese 2.0, che è attualmente nella maggioranza ed esprime addirittura il vicesindaco, Daniele Zanzi, è invece tra le realtà che sta “alla finestra”: non ha chiarito l’arrivo di Italia Viva nella maggioranza, arrivo a cui loro erano profondamente contrari e sostiene di non essere entrati nel gruppo del “cantiere politico” semplicemente perchè non li hanno invitati. Una questione che si trascina da mesi, in un duro ping pong con il PD che non si è ancora concluso, malgrado i tentativi di mediazione di Progetto Concittadino, l’altra lista civica in giunta. La situazione non si sblocca, ma la lista non sembra indecisa tra la destra e la sinistra, quanto piuttosto con il continuare con l’impegno politico – anche in autonomia  – o no, come ha spiegato il vicesindaco in un’intervista.

La coalizione di centrodestra

Lo schema di gioco nel centrodestra è quello che si si inserisce nell’alleanza consolidata da tempo a livello provinciale, seppur non priva di molte tensioni tra le diverse anime della coalizione. Dopo un iniziale periodo di incertezza sul nome del candidato in capo alla Lega (Matteo Bianchi prima, Barbara Bison dopo e Roberto Maroni infine), alla fine dello scorso anno era stata trovata una quadra con la conferma di tutti i partiti. Il quadro è parso ancora più chiaro dopo la riunione di lunedì 25 gennaio. Con Maroni correranno sei liste: Lega, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, Forza Italia, Lista Maroni – Varese Ideale e una lista legata al nome di Roberto Maroni.

I nodi aperti all’interno della coalizione

Nell’alleanza di centrodestra lo scacchiere varesino sembra essere quello dove ci sono meno problemi rispetto a Gallarate e Busto Arsizio ma il quadro provinciale complessivo ha ancora molti tasselli che devono trovare un equilibrio. In particolare Forza Italia sta puntando i piedi contro un quadro finale complessivamente troppo sbilanciato verso l’area della destra-sovranista e chiede dei segnali di riequilibrio nei confronti delle componenti più moderate.

Gli esterni alle coalizioni

Fuori dalle due coalizioni principali si muovono diverse formazioni che a loro volta si dividono tra coloro che non hanno ancora sciolto la propria riserva nei confronti dei due candidati principali e chi ha già esplicitato che non intende farlo. Tra questi c’è la lista del PCI che in un’assemblea interna ha formalizzato la propria indisponibilità ad alleanze. Alla finestra ci sono invece il partito di Carlo Calenda “Azione“, che sta ponendo una serie di temi sui quali ha coinvolto altre formazioni politiche; la lista La Civica, animata dall’ex sindaco di Casciago Andrea Zanotti e Mauro Gregori, già consigliere della Lista civica che aveva sostenuto Davide Galimberti. Ci sono poi la lista di Varese 2.0, della quale abbiamo già parlato e la formazione “Varese Città universitaria città dei laghi” animata da Massimiliano Didò. E probabile che al lavoro per una formazione ci sia anche il Popolo della Famiglia che però al momento non ha ancora formalizzato la propria formazione.

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Pubblicato il 27 Gennaio 2021
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