Caso Anaconda, gli educatori si difendono

Nel giro di pochi giorni verranno completati gli interrogatori di fronte al giudice le le indagini preliminari. Chi ha parlato ha risposto puntualmente agli addebiti

Da una parte i video che a prima vista possono spingere a trarre considerazioni pesanti e inequivoche. Dall’altra però il monito dei difensori che spiegano come quelle stesse immagini riprese dai “rilievi tecnici” delle investigazioni dei carabinieri, se avulse dal loro contesto specifico possono trarre in inganno.

È quanto emerge dalle prime dichiarazioni che controbattono punto su punto gli episodi contestati dalla procura di Varese che per le indagini sugli educatori dell’Anaconda (storica cooperativa del capoluogo che assiste disabili e ospiti con difficoltà) hanno ottenuto dal giudice per le indagini preliminari sette misure cautelari notificate nella giornata di lunedì.

L’istituto si difende chiamandosi “parte lesa, ma in questi giorni è il momento anche delle persone colpite dal «divieto di avvicinamento alla persona offesa», che parlano: quattro sono state sentite ieri, giovedì, oggi ne verrà sentita un’altra e lunedì altre due; si tratta delle le persone indiziate e ritenute responsabili in concorso fra loro del reato di maltrattamenti aggravati e continuati e, solo per quattro di esse, anche del reato di abbandono di persone minori o incapaci, e lesioni personali colpose.

Delle quattro persone sentite ieri, tre hanno risposto al magistrato controbattendo punto su punto gli episodi contestati mentre la quarta, una donna, difesa dall’avvocato Luca Marsico si è avvalsa della facoltà di non rispondere per una questione tecnica: l’avvocato aveva assunto nella mattinata la sua difesa, quindi c’era pochissimo tempo per leggere l’ordinanza, di alcune decine di pagine; ma «chiederemo l’interrogatorio dal Pm», chiarisce il legale.

Chi invece ha parlato – riferiscono gli altri legali –  ha potuto specificare l’assenza di violenze perpetrate nei confronti dei minori, offrendo una sorta di esegesi delle immagini passata incrociando le terapie con le prescrizioni fisiatriche e l’applicazione delle stesse: gli ospiti affetti da importanti condizioni psichiche il cui approccio consigliato dagli stessi esperti non sarebbe quello della parola, ma più “fisico“.

Oppure le diverse tempistiche nella preparazione dei cibi: alla contestazione di aver lasciato un giovane ospite solo durante il pasto è stata offerta una risposta legata all’esigenza di dover predisporre particolari preparazioni, specifiche per l’assunzione di quel paziente.

Tutti elementi che dovranno venir pazientemente passati al vaglio dell’analisi giudiziaria che potrà avvalersi anche della documentazione acquisita dai militari il giorno stesso del blitz.

Dal punto di vista procedurale dovranno ora venir completati gli interrogatori e non è escluso che i legali possano richiedere l’attenuazione della misura cautelare: siamo nella fase preliminare che porterà verso il processo vero e proprio, l’archiviazione o riti alternativi.

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Pubblicato il 16 Luglio 2021
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