Dal San Raffaele di Milano una proposta per le scuole varesine
Satisface è un progetto che si propone di studiare la percezione e la relazione con l’immagine del proprio viso nell’era digitale, partendo proprio dai più giovani

L’affermarsi della rivoluzione digitale, soprattutto post pandemia – periodo durante il quale tutti noi abbiamo aumentato esponenzialmente il tempo passato utilizzando le piattaforme social, le app e le videocall – sta provocando profonde trasformazioni nel modo in cui le persone percepiscono loro stessi e la la propria immagine.
Nasce così Satisface, un progetto promosso dall’Università VitaSalute del San Raffaele, che si propone di studiare la percezione e la relazione con l’immagine del proprio viso nell’era digitale, partendo proprio dai più giovani.
“Durante la pandemia è aumentata la necessità di utilizzare l’immagine di noi stessi, ci siamo cominciati a vedere mentre parlavamo attraverso i quadratini delle app per le riunioni e per la didattica a distanza – ha raccontato il Professor Antonio Nizzoli, docente di corsi di comunicazione mediatica presso l’Università VitaSalute San Raffaele – Ha preso sempre più piede la disponibilità dell’immagine, come anche le piattaforme social e la condivisione di contenuti. Ci siamo quindi chiesti, che impatto ha avuto tutto questo sull’immagine di sé?”
Per indagare il rapporto con la propria immagine è stato creato un questionario online, sottoposto agli studenti delle scuole che hanno deciso di partecipare al progetto, con l’obiettivo di valutare l’entità del fenomeno di selfie-editing tra le ragazze e i ragazzi, la loro consapevolezza e percezione di possibili rischi per la propria salute, sia fisica che mentale.
“Per decenni gli studi si sono soffermati sul corpo e non sul viso – prosegue – Il progetto Satisface nasce in collaborazione con l’Università Sigmund Freud, e si pone come fine l’osservazione di questo salto tecnologico del digitale. Abbiamo pensato di cominciare dai ragazzi, sfruttando la scuola e credano un questionario per indagare le modalità e le tempistiche di utilizzo dei social, quanto comunicano tra loro, se sono soliti utilizzare filtri per le proprie foto e se conoscono la tecnologia che sta dietro allo smartphone”.
Essere visti e vedere gli altri in uno spazio virtuale è un fenomeno che può avere conseguenze importanti, che possono arrivare a toccare la sfera dell’autostima sia in senso negativo che positivo, arrivando a creare anche nuove forme di relazioni sociali tra gli studenti. Per questo motivo l’obbiettivo del progetto è quello di allargare il campo di ricerca coinvolgendo sempre più scuole: “12/14 anni è l’età da cui partiamo e arriviamo fino alle scuole superiori, 18/19 anni – conclude Nizzoli – Il nostro progetto nasce a Milano con il patrocinio del Comune, ma ci interessa allargare il panorama di ricerca, confrontandoci anche con altre realtà, come per esempio Varese. Stiamo infatti cercando delle scuole che siano interessate a partecipare a Satisface e alla nostra ricerca”.
Per contattare i responsabili del progetto mandare una mail ad uno degli indirizzi indicati a questo link.
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