Il welfare che nasce dalle associazioni, se ne parla a Varese
La storia, il rapporto con il territorio e il futuro delle società operaie di mutuo soccorso al centro del convegno organizzato per sabato 16 novembre presso il Salone Estense

In una realtà segnata dalle disuguaglianze e da istituzioni che faticano a garantire servizi di welfare efficaci, l’associazionismo ritorna a essere fondamentale per il benessere dei cittadini. Proprio la volontà di aiutare i membri della comunità in difficoltà è ciò che ha animato le prime società di mutuo soccorso nate in Liguria e in Piemonte già sotto il Regno di Sardegna. Realtà arrivate in Lombardia e a Varese solo dopo l’unificazione d’Italia nel 1861.
La storia, il rapporto con le comunità e il futuro di queste associazioni saranno al centro del convegno “Le società operaie di mutuo soccorso in provincia di Varese” in programma sabato 16 novembre alle 9 al Salone Estense di Varese.
Dopo l’introduzione a cura di Carlo Manzoni, presidente dell’Associazione mazziniana italiana, all’incontro interverranno i presidenti di alcune delle società di mutuo soccorso della provincia (Soms di Saronno, Viggiù, Varese e Comerio), ma anche Maurizio Ampollini, presidente della Fondazione comunitaria del Varesotto e Renato Ruffini, docente di economia dell’Università degli studi di Milano. Il convegno sarà moderato da Michele Mancino, vicedirettore di VareseNews.
«Ogni società di mutuo soccorso – ha spiegato Piermaria Morresi, presidente della Soms di Varese – è sempre stata legata al proprio territorio. L’associazione rispondeva alle esigenze di una comunità specifica, che all’epoca erano soprattutto lotta alla povertà e assistenza sanitaria. Ormai ci occupiamo raramente di salute, già garantita dal Servizio sanitario nazionale, ma ci concentriamo su altri problemi come la nascita di nuova povertà, la solitudine e tutti i tipi di fragilità che interessano le nostre comunità».
Le società operaie di mutuo soccorso sono state tra le prime associazioni italiane a permettere ai membri stessi della comunità di diffondere migliori livelli di welfare tra la popolazione: un’attività prima riservata solamente all’iniziativa di ricchi proprietari terrieri o d’industria. I progetti delle società di mutuo soccorso comprendevano solitamente aiuti economici, agevolazioni per accedere all’assistenza sanitaria e a volte anche formazione. È il caso della “Scuola dei picasass”, istituita dagli scalpellini della Soms di Viggiù. Qui gli allievi apprendevano l’arte del lavoro della pietra, e il livello della formazione era tale da aprire allo studente la possibilità di entrare all’Accademia di Brera.
«Lo spirito delle società di mutuo soccorso – ha detto Carlo Manzoni –, anche se in forme diverse, continuerà ad esistere anche in futuro. È difficile che l’ombrello dello Stato sia in grado da solo di coprire tutte le necessità della società. L’organizzazione e l’associazione tra i cittadini sono quindi fondamentali per garantire livelli di welfare elevato».
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