Le mani di Carla

di Marco Giovannelli

Alcuni giorni fa, un amico ha spedito un messaggio, in cui si diceva orgoglioso di vivere a Cardano al Campo. Raccontava l’esperienza del bilancio partecipativo del suo comune che, da diversi anni, permette ai cittadini di scegliere un progetto da finanziare. Ognuno può presentare una proposta, che verrà valutata, discussa e poi votata da un’assemblea a cui possono prendere parte tutti i residenti. Non si tratta di contrapporre iniziative all’amministrazione, ma di attivare una partecipazione diretta per sentirsi protagonisti della propria comunità. Un modo per conoscere, e far conoscere, esigenze e bisogni del paese. I cinquantamila euro stanziati per il 2010 sono andati al centro sportivo “Giovanni Paolo II”. 

È una piccola notizia, in una settimana che, fuori dai nostri stretti confini, ci ha fatto conoscere ogni genere di follia. 
A Milano un tassista lotta tra la vita e la morte, dopo essere stato pestato a sangue da tre persone per aver investito e ucciso un cagnolino. A Roma un’infermiera rumena di 32 anni è morta dopo esser stata colpita da un pugno devastante. 
Episodi che hanno un filo conduttore forte e chiaro. Mostrano una violenza gratuita, assurda che appena trova un canale si sviluppa con tutta l’energia distruttrice. Nel leggere le dinamiche dei fatti si resta attoniti per la “banalità” del male. Le responsabilità dei soggetti singoli sono evidenti, e devono portare a risposte ferme. Qualsiasi provvedimento sarebbe però vano, se non si ragionasse sui contesti in cui quella violenza si sprigiona.
A Milano per giorni abbiamo assistito all’omertà, seguita da un clima di intimidazioni. Un quartiere che, messo sotto i riflettori, ha mostrato tutto il disagio della convivenza. A Roma, in quella stazione della metropolitana, si vivono quotidianamente scene di violenza e di degrado, tanto quasi da non far più caso a una donna sanguinante per terra.
Di fronte a queste situazioni, non servono a niente prese di posizioni dure che invocano “tolleranza zero”. La banalità con cui si sprigiona quel male non verrà mai fermato da elementi di deterrenza quali maggiori pene. Con questi fenomeni dobbiamo saper convivere, coscienti però che possiamo rendere ancora più vivibili i nostri spazi, grazie all’inclusione sociale e alla partecipazione alla vita della comunità.
Questo fa sentire meno sole le persone, e alcuni valori come il rispetto, la legalità, la solidarietà, non restano soltanto parole astratte. 
Per questa ragione la scelta di Cardano rappresenta qualcosa di più di una bella, piccola notizia. Per la nostra provincia, a fronte dell’orrore che stanno vivendo ad Avetrana per gli sviluppi dell’omicidio della giovane Sarah, c’è un altro fatto che può aiutarci a guardare avanti. Carla, a 52 anni, dopo un’operazione storica di trapianto delle mani, potrà riabbracciare e accarezzare i suoi familiari. “Ne ho più bisogno io di loro”. Ha detto appena sveglia. Di maggiori abbracci e carezze, ogni giorno di più, ne abbiamo più bisogno tutti. Ripartiamo da qui. 

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Pubblicato il 17 Ottobre 2010
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