Dure richieste del pm contro la “banda Vasi”
Il pm Agostino Abate ha scelto 9 anni e mezzo per il capo del gruppo, il pregiudicato a cui viene anche contestato un tentativo di evasione del tribunale
Il pregiudicato Filadelfio Vasi rischia di scontare una lunga condanna la tentata rapina di un anno fa e la tentata evasione di settembre che gli viene contestata dal pm Agostino Abate. Il sostituto procuratore ha chiesto 9 anni e mezzo di carcere, questa mattina, al termine del processo con il rito abbreviato, che si sta celebrando davanti al gup Giuseppe Battarino. La procura contesta il tentativo di assaltare una gioielleria di Arona (era quello secondo le indagini l’obiettivo) che fu sventato da polizia e carabinieri mentre il gruppo di 4 complici era in auto, a Varese, e aveva anche a disposizione delle armi. Ma è contestato anche il possesso di armi da guerra, la ricettazione e infine la tentata evasione che, secondo gli inquirenti, il pregiudicato aveva organizzato con alcuni complici, pronti e entrare in azione, lo scorso ottobre davanti al tribunale di Varese. Il pm ha anche chiesto 9 anni e mezzo di carcere per Marco Siviero, il complice arrestato con Vasi che lo aveva aiutato a pianificare il colpo, mentre è stata appena più lieve la richiesta di pena per Enrico Alfano, il giovane varesino che ha partecipato anch’egli alla pianificazione del colpo in gioielleria, e che faceva parte della “banda Vasi”.
Oggi Vasi non era presente in aula, ma i suoi avvocati Corrado Viazzo e Vera Dall’Osto hanno riferito al giudice che, a loro giudizio, il detenuto si trova in carcere, in regime di isolamento notturno e diurno, senza che vi sia stato ancora un decreto dell’autorità giudiziaria su tale stato di detenzione da due mesi, anche se tra qualche giorno gli sarà notificato. L’imputato, dopo essere stato accusato di aver organizzato l’evasione del tribunale, è stato infatti trasferito nel carcere di Opera. Tra le circostanze discusse anche quella sulla classificazione del reato di possesso di armi da guerra: dopo l’aggiornamento del registro nazionale delle armi, secondo gli avvocati quelle sequestrate non sono più belliche.
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