A Cardano al Campo si voterà in un unico turno

Con il superamento del sistema del Censimento generale, che faceva da riferimento, c'è una dose di incertezza. Ma al 31 dicembre il numero di abitanti era inferiore a 15mila, lo "spartiacque" che definisce le modalità del voto

Cardano al Campo: i luoghi (inserita in galleria)

Quando si va a votare, in Italia, le modalità previste dalla legge definiscono due sole grandi categorie: i piccoli Comuni fino ai 15mila abitanti e i grandi, sopra i 15mila. Uno spartiacque netto: da un lato il voto a turno unico, dall’altro quello con eventuale ballottaggio.

Nella tornata di elezioni comunali 2019 in provincia (saranno coinvolti oltre ottanta paesi e cittadine), un Comune in particolare si trova sulla “faglia”: Cardano al Campo. La cittadina vicino a Malpensa aveva 14.136 abitanti nel 2011, l’anno dell’ultimo censimento generale, mentre al 1° gennaio di un anno fa – 2018 – erano 14.896.

Qual è il momento che definisce il numero di abitanti? Fino ad oggi faceva da riferimento l’ultimo censimento generale, vale a dire appunto il 2011. Ma ora Istat ha cambiato metodologia, passando al sistema “a campione”, che coinvolge alcuni Comuni e alcune famiglie. «C’è una discrepanza tra la legge di riferimento, che fa riferimento solo al censimento generale, e la realtà di oggi» dice il sindaco Angelo Bellora. «Noi poi siamo stati anche coinvolti dal censimento a campione».

Ora, la risposta – se il riferimento non fosse più il censimento del 2011 – potrebbe dipendere dunque dal numero di abitanti rilevati nel censimento a campione o dal numero di abitanti registrati al 31.12. E in questo caso l’ultimo dato disponibile: 14939 residenti. Non è il numero definitivo, perché potrebbe esserci ancora qualche trasferito da altri Comuni, ma non dovrebbero essere tanti da portare oltre la soglia dei 15mila.

Si voterà dunque su un turno unico, salvo clamorose sorprese.
Il che, anche dal punto di vista politico, è un elemento significativo: sopra i 15mila uno stesso candidato sindaco può essere sostenuto da più liste e il meccanismo prevede appunto il ballottaggio, con spostamenti di voti verso i due candidati più votati. Sotto i 15mila abitanti invece vince subito la lista più votata e il relativo candidato, fosse anche solo un singolo voto in più della seconda, indipendentemente dalla percentuale. Dove ci sono solo due liste, ovviamente quella che vince ha preso più del 50%. Ma se ci sono più liste, è molto probabile che quella più votata non raggiunga comunque il 50% più uno dei voti. Così era successo a Cardano nel 2014: si presentarono cinque liste, Bellora vinse prendendo il 32.63%.

Il voto a turno unico potrebbe dunque spingere per una maggiore aggregazione di partiti e gruppi civici. Oppure potrebbe all’opposto disegnare una partita quantomai aperta, nel caso il numero di liste e candidati fosse significativo, come nel 2014: se si ripetesse uno scenario del genere, lo scarto tra vincitore e secondo più votato potrebbe anche essere esiguo (allora il secondo più votato fu Giacomo Iametti, del centrodestra, che prese duecento voti in meno, su un totale di 10mila elettori).

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 04 Gennaio 2019
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