I finalisti del Premio Strega a Verbania: “Una meravigliosa accoglienza”

Il Premio Strega 2021 è tornato sul Lago Maggiore, a Verbania: tre dei cinque finalisti, Andrea Bajani, Donatella Di Pietrantonio ed Emanuele Trevi hanno parlato dei romanzi, del loro rapporto della scrittura e del premio

Finalisti del premio Strega sul Lago Maggiore
Foto di Andrea Morisetti studiomag.net

Il tour per l’Italia della cinquina finalista del Premio Strega oggi, domenica 27 giugno, ha fatto tappa a Verbania, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore.

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Presenti per incontrare i lettori e i cittadini di Verbania Donatella Di Pietrantonio, Emanuele Trevi e Andrea BajaniGiulia Caminito ed Edith Bruck, si sono invece collegate da remoto per l’evento serale.

L’immancabile appuntamento sul lago per lettori e curiosi di letteratura è stato organizzato da Libreria Spalavera, Città di Verbania, Città di Baveno, Terre Borromeo e dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci.

I cinque finalisti del Premio Strega 2021

Essere in cinquina al Premio Strega

«Il Premio Strega è un sogno», racconta Trevi, finalista con Due vite (Neri pozza), «in tournée si è creata una buona sintonia. Giulia Caminito è stata una grande sorpresa, Edith Bruck è inarrivabile, un pezzo di storia; di Andrea Bajani ho scritto molti articoli tanto che potrebbe diventare un personaggio dei miei romanzi , mentre l’Arminuta della Di Pietrantonio è già tra i libri di testo che ho adottato per i miei corsi». Questo tour per Bajani, che vive in Texas, dove insegna all’università, rappresenta un « giro d’Italia “forzato”, un ripasso visto che vivo negli Stati Uniti».

Tra i finalisti le donne sono in maggioranza, a differenza dell’anno scorso – c’era solo Valeria Parrella con Almarina: «Mi auguro che sia il segno importante di una evoluzione più equa della società», ha commentato Di Pietrantonio (autrice di Borgo sud), che da piccola, quando scriveva, non si sarebbe mai aspettata di essere tra i finalisti del premio letterario più importante d’Italia: «Ho cominciato a scrivere da bambina e scrivere era l’unica possibilità che avevo di esprimere una mia sensibilità, il mio mondo interiore. Non avevo nessun modo per immaginare che un giorno avrei avuto un pubblico di lettori. Sono onorata e felice di essere allo Strega, tocchiamo località bellissime e siamo ben accolti».

«I riconoscimenti contano, fanno piacere – ha continuato Bajani  – Pensavo che non avrei scritto più, pensavo che non avrei scritto questo libro. Nel 2016, dopo aver finito un bene al mondo, mi sono detto: “E adesso?” Mi sembrava di aver detto tutto, il segreto del perché scrivevo». Ritiratosi dalla scena e non scrivendo più per nessun giornale – tranne che per l’inserto domenicale de “Il manifesto” – ha ripreso a scrivere come una necessità urgente, proprio come quando era ragazzo, il suo Il libro delle case che ora è in cinquina.

Il rapporto con la scrittura e il ruolo dello scrittore

Borgo sud di Donatella Di Pietrantonio (edito da Einaudi) racconta il passaggio di due sorelle verso la vita adulta: un attraversamento «fortemente condizionato da questa infanzia e adolescenza private dagli affetti primari». La scrittrice affronta un tema, quello della sorellanza, molto diverso dall’amicizia: « I temi che trattano i miei libri mi appartengono anche se non sono storie autobiografiche. Sono figlia unica e ho sempre immaginato di avere una sorella, che ho potuto incarnare nell’Arminuta e poi in Borgo sud e nel personaggio di Adriana».

«Il mio romanzo nato come un elenco delle quaranta case in cui ho vissuto, ma già dall’elenco si trasformavano», ha detto Bajani parlando de Il libro delle case (Feltrinelli). Perché scegliere proprio le case come soggetto principale per un romanzo? «Trovo ci sia una forma di commozione perché si ha la sensazione che ci si vivrà per sempre. A un certo punto però quella cosa finisce», ha risposto, facendo riferimento alle diverse età della vita umana che sono belle da analizzare, secondo lui, «guardando le case in cui abbiamo vissuto».

Diversa la genesi di Due vite, che racconta degli scrittori Rocco Carbone e Pia Pera, prematuramente scomparsi: «Questo libro è nato ritrovando delle foto mentre sistemavo. Io ho vissuto con loro senza conoscere veramente la loro grandezza e scriverne è un grande risarcimento».

Verbania è la terzultima tappa di questo giro per la penisola: domani, lunedì 28 giugno, i semifinalisti saranno a Rivalta di Torino, mentre sabato 3 luglio a Macerata. Tra dieci giorni, giovedì 8 luglio, durante la serata finale del Premio Strega verrà decretato il romanzo vincitore.

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com

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Pubblicato il 27 Giugno 2021
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