Cazzaniga davanti alla Corte d’Appello: “Perchè devo pentirmi se non so se ho ucciso?”
L'ex-vice primario del Pronto Soccorso di Saronno condannato all'ergastolo per 12 omicidi a Busto Arsizio, sta affrontando il processo di secondo grado a Milano
Leonardo Cazzaniga ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee durante l’udienza del processo davanti alla Corte d’Appello di Milano che deve decidere sui 12 capi d’imputazione per omicidio volontario, reati per i quali è stato condannato all’ergastolo in primo grado dalla Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio. «Io pentito? Non ho mai ucciso» – riporta l’Ansa in un’agenzia.
«Viene detto che io non mi sono mai pentito, ma come posso provare pentimento, non avendo contezza di aver ucciso?» – ha dichiarato l’ex vice primario del Pronto Soccorso di Saronno che deve rispondere di omicidio volontario plurimo per avere somministrato farmaci letali a 12 persone, applicando quello che nella nota inchiesta ‘Angeli e Demoni’, che porto’ all’arresto anche dell’amante, l’ex infermiera Laura Taroni, fu ribattezzato “protocollo Cazzaniga”.
Cazzaniga si è sempre difeso sostenendo che lui mirava soltanto a “lenire le sofferenze” di pazienti ormai giunti ad un passo dalla morte, limitandone agonia e dolore. Ciò che lo “tormenta di più della sentenza di primo grado e della perizia psichiatrica, che lo ritiene capace di intendere e volere, è il fatto che si faccia riferimento alla “necessità” di dover uccidere persone morenti». Davanti alla Corte (presidente Giovanna Ichino) è poi intervenuto il sostituto procutore generale Nunzia Ciaravolo.
Cazzaniga è stato condannato a Busto per aver somministrato farmaci anestetici letali a dieci pazienti da lui trattati, tra il 2011 e il 2014, in una sorta di “delirio di onnipotenza”, così come a Luciano Guerra – suocero dell’ex amante Laura Taroni – mentre per la marito della donna, Massimo Guerra, avrebbe agito in collaborazione con l’ex-infermiere.
Laura Taroni qualche giorno fa è stata condannata a 30 anni nell’appello ‘bis’ per gli omicidi di suo marito e di sua madre. In primo grado Cazzaniga, difeso dall’avvocato Ennio Buffoli, eè stato assolto, invece, dalle accuse di omicidio per le morti di due pazienti in corsia (su uno dei casi la Procura ha fatto ricorso) e per quella della madre di Taroni.
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