Lettere al direttore
“La sanità è malata e nessuno la cura”
Lo sfogo di un paziente ricoverato un istituto fisioterapico: “L’accreditamento verso una struttura privata dovrebbe essere controllato, sotto tutti i punti di vista”
Lo sfogo di un paziente ricoverato un istituto fisioterapico: “L’accreditamento verso una struttura privata dovrebbe essere controllato, sotto tutti i punti di vista”
Uffici che non si parlano, documenti su documenti e una “Jumbomail” inviata quattro volte che nessuno ha mai letto nei tempi dovuti
Una nostra lettrice ringrazia pubblicamente chi ha trovato il suo braccialetto e lo ha consegnato al banco di “Sirio”
L’esperienza di una nostra lettrice alle prese con padroni di animali poco rispettosi
Con una lettera firmata un cazzaghese lamenta il fatto che siano stati rimossi teli con scritte contro l’operato dell’amministrazione comunale: “Erano un’esternazione di disagio e rabbia di fronte a promesse disattese”
Una bella lettera di Donato per ringraziare medici e infermieri che hanno assistito fino alla fine la madre ottantenne, colpita dal coronavirus
Lo sfogo (educato) di un nostro lettore che chiede un po’ di rispetto da parte degli automobilisti con auto “tradizionale”
Il ricordo di Piero, un nostro lettore, allora diciottenne e il suo incontro con il musicista recentemente scomparso
Elisa ha scritto una lettera al virus che le ha strappato gli affetti più cari: “Appena sarà possibile, non me ne frega niente se ci siamo disabituati, io tornerò ad abbracciare chiunque incontro e a cui voglio bene. La Vita vince su tutto”
Un piccolo incidente senza serie conseguenze. La mamma di un bimbo di 7 anni vuole ringraziare i medici e le forze dell’ordine che l’hanno aiutata il giorno di Pasqua
Un lettore lamenta il fatto che al taglio del nuovo supermercato di viale Europa ci fosse molta gente, mentre gli studenti sono ancora in DAD
Lo sfogo di un papà: “Mercati settimanali aperti, funzioni religiose consentite, visite ai cimiteri anche. Invece scuole chiuse, parchi giochi sigillati con nastri, divieto di assembramento all’aperto. Ora, io tutto questo non lo posso tollerare”

Il 14 novembre 1951 il Po rompeva l'argine: l'alluvione fece 150mila profughi. Come nel romanzo "Il treno dei bambini" di Viola Ardone, l'accoglienza coinvolse 'dal basso' anche migliaia di famiglie che ospitarono bambini e ragazzini
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