U.S. Bosto, dove tutto cominciò con un pullman

La storia della prima società di settore giovanile di Varese, che festeggia 55 anni

Figli di un gol minore: US Bosto

GolMinoreSalvadè, Limido, i fratelli Pellegrini, Vanoli, fino ad arrivare ai giovanissimi Beretta e Pacifico. Questo è il tesoro dell’U.S. Bosto, la prima società di settore giovanile nata a Varese. I gioielli più preziosi invece sono i 350 ragazzi che giocano sui campi di via Tasso a Capolago.

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Nel “feudo” dell’Us Bosto 4 di 9

Nel 2015 il Bosto ha compiuto 55 anni, ma non vive di sola tradizione: il centro sportivo cresce e migliora a vista d’occhio grazie alle nuove strutture. E pensare che tutto cominciò… con un pullman. Quando la società iniziò la sua attività nel 1960 poteva contare solo su due campi in terra battuta e i giocatori si allenavano a Vedano Olona. Lo spogliatoio era proprio un vecchio autobus dismesso, attrezzato con due stufe elettriche e acquistato dall’allora presidente Fausto Pozzi per 300mila lire.

Osvaldo Tonelli, factotum e memoria storica del Bosto, ricorda ancora quegli anni. «Tutto cominciò nel 1960 – ricorda – con l’iscrizione al Csi. La prima sede fu l’oratorio di Bosto e oltre al calcio avevamo anche una squadra di pallacanestro. Nel 1965 ci iscrivemmo alla Figc e nel 1970 costituimmo il primo Nucleo giovani calciatori città di Varese; poi nel 1978 costruimmo i nuovi impianti, grazie all’impegno di Fausto Pozzi e Cesare Bernasconi. Il Bosto infatti è una società privata, una cooperativa che ha sempre camminato con le proprie gambe e grazie alla passione dei suoi soci ha fatto grossi passi avanti negli anni, fino a diventare un vero e proprio vivaio del Varese Calcio».

Un cammino che ha portato il Bosto ad avere 350 ragazzi, divisi in venti squadre di settore giovanile, dai Piccoli amici agli Allievi. Mentre parliamo con Osvaldo nell’ufficio della segreteria il via vai di ragazzi e genitori che chiedono informazioni per il tesseramento non si ferma mai. «Qui non chiudiamo mai la porta – dice il dirigente – le iscrizioni sono sempre aperte e a meno che un ragazzo non voglia andarsene volontariamente non mandiamo via nessuno. Qui i ragazzi devono giocare e divertirsi imparando anche a crescere calcisticamente e professionalmente. Se poi arrivano i risultati tanto meglio».

Figli di un gol minore: US Bosto

Nel frattempo anche il Bosto è cresciuto molto. Dove prima c’erano due campi in terra battuta, nel 2005 è stato realizzato un campo in sintetico a 8 e nel 2007 anche la palestra con un fondo dello stesso materiale. Dopo è toccato agli spogliatoi (ristrutturati e ingranditi), passati da 4 a 6, mentre al piano superiore della sede ci sono un nuovo punto ristoro, segreteria e lavanderia. Gli ultimi arrivi sono il campo in sintetico a 11 e la “gabbia” per le sfide 3 contro 3. «Il nostro slogan è “Bosto – una scuola di calcio e di vita” perché nella nostra attività di puro settore giovanile vogliamo sempre mettere al primo posto i ragazzi e la loro formazione. Siamo contenti anche perché molti genitori che hanno giocato qui oggi portano i loro figli. Vuol dire che abbiamo seminato bene».

Nella sede del Bosto c’è anche un pannello che ricorda tutti i calciatori o allenatori partiti dal club di Capolago e arrivati nel grande calcio. I tecnici più noti sono Stefano Bettinelli, Marco Baruffato (ora allenatore dell’Ilves Tampere in Finlandia) e Giorgio Panzarasa (preparatore atletico dell’Hellas Verona). Molti giocatori lanciati dal Bosto hanno poi fatto la storia del Varese (e non solo). A partire da Franco Salvadè, Bruno Limido, i fratelli Luca e Davide Pellegrini, Angelo Orlando e Paolo Vanoli. Gli ultimi talenti invece sono Fiumicelli, Aloe, Merlin, Luoni, Di Sabato, Beretta, Pacifico, Comani e Fontana. Tutti insieme, riempirebbero quel famoso pullman degli anni Sessanta.

FIGLI DI UN GOL MINORETutti gli articoli della nostra rubrica sul calcio “nascosto”

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Pubblicato il 15 Dicembre 2015
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