Occupato il centro migranti di Busto Arsizio, cosa c’è dietro?

Secondo il gestore un piccolo gruppo di migranti sarebbe sobillato da un politico e la questione delle carte d'identità sarebbe solo un pretesto ma resta il fatto che in via dei Mille anche chi ne ha diritto non l'ha ancora ottenuta

Richiedenti asilo protestano a Busto Arsizio

Il centro di accoglienza straordinaria per richiedenti asilo di via dei Mille a Busto Arsizio rimane occupato. I gestori non hanno più il controllo della struttura da ormai diversi giorni e il personale della KB srl viene continuamente messo alla porta.

Il sobillatore anonimo

Secondo quanto dichiarato da Roberto Garavello, deus ex-machina della società che gestisce oltre 600 richiedenti asilo in provincia di Varese, ci sarebbe una regia occulta e politica dietro queste continue proteste, un politico responsabile di un movimento nazionale del quale non fa il nome e che sobillerebbe via telefono un gruppo di una decina di migranti, quasi tutti in attesa della sentenza del giudice che con ogni probabilità negherà loro il diritto ad ottenere un permesso di soggiorno umanitario o politico. «È in corso un’indagine per verificare questa circostanza – ci conferma al telefono Garavello – gli altri 160 si sono dissociati da questa protesta e hanno chiesto di essere trasferiti in centri più tranquilli». La situazione all’interno, per ora, rimane comunque tranquilla.

Carte d’identità. Perchè non vengono concesse?

La domanda che, però, viene spontanea è perchè negli altri centri di accoglienza (anche nella stessa Busto Arsizio, vedi Casa Onesimo, ndr) molti migranti riescono ad ottenere le carte d’identità mentre in via dei Mille ancora nessuno ci è riuscito? La risposta ce la dà l’avvocato Milena Ruffini che sta seguendo molti richiedenti asilo nelle loro pratiche legali: «A breve dovremmo riuscire a farlo anche per i migranti di via dei Mille ma va chiarito che non tutti ne hanno davvero diritto, come spesso ci capita di leggere – spiega – il problema in questa struttura era la mancanza del rinnovo della convenzione col Prefetto, problema superato di recente, in modo da poter provare la convivenza di queste persone in quello stabile. Siamo in dirittura d’arrivo e il Comune non potrà opporsi nel rilascio per coloro che ne avranno diritto».

Cosa bisogna fare per averne diritto?

Sui circa 200 ospitati nell’ex-Cral dell’Enel solo una parte potrà averla subito: «Bisogna dimostrare di non voler lasciare la struttura perchè molti di loro credono che con quel documento in mano potranno raggiungere altri paesi europei – spiega ancora il legale bustocco – i requisiti sono il permesso di soggiorno non in scadenza e il fatto di avere l’iscrizione anagrafica all’interno del centro senza ammonimenti per mancanza di rispetto delle regole». Di base tutti hanno il permesso di soggiorno ma alcuni di loro non rientreranno nei requisiti o perchè hanno il permesso che sta per scadere e che difficilmente verrà rinnovato, o perchè hanno violato ripetutamente le regole del centro subendo dei richiami ufficiali.

L’ostruzionismo dell’amministrazione

Infine, a complicare del tutto le cose, c’è anche la posizione dell’amministrazione comunale che ha espresso in diverse occasioni l’insofferenza per il Cas di via dei Mille, gestito dalla KB srl. Il sindaco Antonelli e, soprattutto, gli assessori leghisti in giunta hanno più volte dichiarato che non verrà rilasciato nessun documento ai richiedenti protezione internazionale di via dei Mille ma si dimenticano di dire che per quelli di Casa Onesimo le carte sono state rilasciate. A discolpa dell’amministrazione va detto che la situazione caotica del centro di accoglienza gestito dalla KB srl non ha facilitato i rapporti, un po’ per le dimensioni del centro stesso e un po’ per responsabilità del personale. Da qualche mese, però, la società sta cercando di rimediare con nuove assunzioni di personale qualificato e nuovi corsi. Pare ormai sempre più lontana l’ipotesi di un disimpegno della KB in quanto nessuno sembra in grado di potersi fare carico dei centri aperti in provincia (Busto Arsizio, Samarate, Fagnano Olona, Gorla Minore, Somma Lombardo, Gallarate).

In molti si stanno formando per poter lavorare

Il responsabile della KB sottolinea anche il fatto che la società sta cercando di offrire a questi ragazzi nuovi strumenti per aiutarli ad inserirsi nel contesto europeo attraverso scuole di italiano e corsi di formazione per poter lavorare: «Abbiamo assunto nuovi psicologi che li aiutino a superare il trauma subito in Libia, molti di loro portano segni sul corpo delle violenze e delle sopraffazioni nei centri di detenzione libici – spiega ancora – solo dopo aver elaborato questo shock sono pronti a capire che in Italia come nel resto d’Europa non ci si può improvvisare carpentieri, muratori o qualsiasi altra professione abbiano in mente di svolgere. per questo una percentuale attorno al 60% frequenta corsi di formazione e per fare questo abbiamo anche preso uno stabile a Gallarate per allestire delle aule adatte a questi corsi di formazione».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

Un cittadino bene informato vive meglio nella propria comunità. La buona informazione ha un valore. Se pensi che VareseNews faccia una buona informazione, sostienici!

Pubblicato il 03 Luglio 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.