“L’oriente di Pasolini. Il fiore delle mille e una notte” nelle fotografie di Roberto Villa
L’associazione culturale Le Vie dei Venti di Varese con il patrocinio del Comune di Varese, propone una serata unica che è stata presentata in diversi Paesi del mondo: L’Oriente di Pasolini “Il fiore delle mille e una notte” nelle fotografie di Roberto Villa.
Roberto Villa, fotografo e studioso di comunicazione, ha realizzato numerosi servizi fotografici per le più importanti riviste e ha collaborato con la televisione realizzando numerosi ‘caroselli’ e con la RAI su una serie di documentari.
Nel 1973 viene invitato da Pier Paolo Pasolini a fotografare le riprese del film “Il fiore delle Mille e una notte” nello Yemen e in altri paesi. L’anno dopo, è sul set del film di Alberto Sordi, Finché c’è guerra c’è speranza.
L’oriente di Pasolini, il lavoro del regista italiano e della sua troupe di 35 persone nella realizzazione de “Il fiore delle mille e una notte”, viene documentato attraverso le fotografie di Roberto Villa, che ripercorre assieme a loro le città e i villaggi fiabeschi dello Yemen e dell’Iran, dove fu fatta la gran parte delle riprese per circa due mesi all’inizio degli anni settanta. Si porta così a compimento quello che Pasolini definirà il suo “progetto più ambizioso.”
Un’opera che va “alla ricerca dei volti” immortalando facce, gente e mestieri dell’Oriente pasoliniano e che ci presenta dei “fuori set” attraverso immagini della troupe e degli attori durante le pause dai lavori. Un’opera che segue Pasolini al lavoro in maniera trasparente evidenziando quelle che sono le sue scelte, le sue intuizioni e la sua stessa libertà creativa d’artista. Un’opera che fissa altresì i luoghi con immagini che ripercorrono le differenti tappe toccate dal regista e dagli attori durante i viaggi de Il fiore delle mille e una notte. Il filo conduttore che lega gli scatti di Roberto Villa è ben rappresentato sia dal rispetto di Pasolini nei confronti della cultura orientale che dalla conseguente necessità di instaurare quel dialogo tra Oriente e Occidente che il regista stesso aveva già allora intuito essere al centro del nostro presente.
Ingresso libero